Il passaggio da Feudo di Acaya a quinta frazione del Comune di Vernole

Mappa di Claudio Rugge
Mappa di Claudio Rugge

ACAYA-Nel 1806 Giuseppe Bonaparte emanò gli “Editti eversivi del feudalesimo”, che avrebbero dovuto rappresentare l’nizio di una nuova era di libertà dall’oppressione dei baroni.

Furono perciò creati i Comuni.

Da quel momento in poi, tutti i casali che formavano il feudo di Acaya,amministrati dai marchesi Vernazza, vennero rinominati “Comuni” e potevano autogestirsi senza l’intromissione del feudatario.

Dal 1806 al 1809 il Comune di Acaya,che in quel tempo aveva 221 abitanti, venne inserito nel primo Consorzio autogestito tra Comuni,insieme ai Comuni di Acquarica (265),Pisignano(228),Vanze(175),Strudà (661) ,Merine (436) , Melendugno (1108),Vernole (1190).

Il Comune di Vernole fù scelto come sede dello Stato o Mandamento e della Pretura,mentre il Comune di Strudà come sede delle sedute.

Nel 1813 ci fù il “secondo Consorzio Intercomunale“,che prevedeva ancora la presenza del Comune di Merine,(ma successivamente venne associata al Comune di Lizzanello),mentre prenderà sempre più piede il ruolo di Vernole rispetto a quello di Strudà come sede centrale delle riunioni,il che portò ad un dissenso degli strudesi, che mal accettarono questo spostamento.

Questo Consorzio venne confermato anche con il Regno D’Italia dopo il 1860,ad eccezione di Melendugno che farà Comune a sè.

Nel corso degli anni successivi, furono molte le rivendicazioni delle frazioni nei confronti di Vernole.

Una delle più note battaglie avvenne dopo la fine della Prima guerra mondiale e riguardò la mancanza di un medico per Strudà,Vanze ,Pisignano ed Acaya,come pure era previsto dal Consiglio Sanitario Provinciale .

Questa inadempienza fù presa come spunto per inoltrare al Prefetto di Lecce, il 14 novembre 1920,una Istanza per l’autonomia da Vernole e rifondare così il vecchio Consorzio Intercomunale con sede a Strudà.

I promotori di questa protesta furono:Raffaele Rugge per Acaya, Antonio Carrozzi per Strudà,Salvatore Mancino per Vanze e Adolfo Estrafallaces per Pisignano.

Furono presentate pure due interpellanze parlamentari,una dall’onorevole Codacci Pisanelli nel 1923 e un’altra dall’onorevole Oronzo Reale nel 1946 per giungere ad un distacco da Vernole,ma negli anni ’70 venne promulgata una legge, che stabiliva un minimo di 5000 abitanti per essere considerati Comuni.

Questa battaglia del vecchio Consorzio Intercomunale per l’autonomia da Vernole durò più di cinquant’anni.

La dizione corretta per quei quei primi Comuni di origine francese del 1806 dovrebbe essere “la Comune”,infatti nel gergo popolare e dialettale è rimasto invariato…