ACAYA- Questa è la cartina della Regione che da anni è presente in ogni Ufficio Turistico della Puglia (IAT).
In quello spazio bianco tra Lecce, Calimera e Melendugno (eccetto le Cesine che sono oramai del WWF) dovrebbe esserci il territorio del Comune di Vernole.
Quel vuoto sottolinea la strafottenza di tutte le Amministrazioni Comunali di Vernole degli ultimi venti anni, su come hanno gestito e valorizzato il patrimonio storico e culturale di questo territorio.
Mentre il Salento esplodeva in termini di visibilità e presenze turistiche, da noi arrivavano solo briciole e il futuro non ci riserverà che la stessa cosa.
Il Comune di Vernole oggi è solo un territorio di passaggio per località che hanno fatto del loro patrimonio storico e naturale il loro petrolio.
Non è mai esistito un piano turistico, mai una iniziativa per la tutela delle mura urbiche di Acaya e per la tutela del parco archeologico di Pozzo Seccato ad Acquarica.
Non esiste ancora oggi una adeguata segnaletica stradale, ovviamente non esiste un Ufficio per l’accoglienza turistica e tanto altro ancora.
Gli unici a crederci sono stati i privati cittadini che hanno investito di migliaia di euro per strutture di accoglienza,prodotti tipici, bar,ristoranti e la dottoressa Malecore che riesce a tenere aperto almeno il Castello(che appartiene alla Provincia di Lecce per fortuna)
La pandemia ha peggiorato le cose, ma se non ci fosse stata le cose non sarebbero andate diversamente perché il Comune di Vernole da sempre è stato solo questo, uno spazio bianco a sud est di Lecce…