ACAYA- Dopo la morte del barone Rinaldo Gagliardi, Re Carlo II D’Angiò cede al prode capitano Gervasio Dell’Acaya il casale di Segine (Saxina) “in premio dei servigi resi…” nel 1294,che era già proprietario di Galugnano e metà San Cesario.
Gervasio I Dell’Acaya, aveva sposato Filippa D’Enghien, cercò di ripopolare il casale che era stato abbandonato dai vassalli due anni prima,costruendo un castello che meglio poteva difendere la popolazione.
Alla sua morte gli succedette il figlio Ludovico sposato con Aurelia Ruffo dal quale ebbe Luigi I.
Luigi I Dell’Acaya succedette al padre Ludovico,sposò Caterina D’Enghien,il quale a questo punto possedeva oltre al feudo di Segine anche Galugnano,un terzo di san Cesario,Baucio e Specchiarosa,Vanze,Pisanello(nei pressi di Galatina),Salice,San Cosmo (a ovest di Otranto),Capurso (Bari),Ostuni,Otranto ,mentre nel 1396 accorpora anche Strudà e i feudi di Pisignano e Vernole il giorno 5 Maggio 1407.
La vastità della sua baronìa era dovuta non solo alle sue capacità, ma anche all’ aver sposato Caterina D’Enghien cugina della contessa di Lecce Maria D’Enghien.
Alla morte di Luigi I subentrò il figlio Pietro Dell’Acaya che sposò Romana de Sansonis,da cui ebbe tre figli:Elisabetta,Pietro II e Giovanni I.
Pietro dell’Acaya iniziò ad arricchire Segine di costruzioni,in particolare la chiesa di Santa Maria ad Nives nel 1420 in stile tardo-romanico.
Alla morte di Pietro,gli succedette il figlio maggiore Pietro II che morì prematuramente senza figli.
Gli subentrò a questo punto il fratello minore Giovanni I.
Giovanni I Dell’Acaya,aumenterà i commerci e l’agglomerato urbano nella sua Segine,aiutato anche dalla parentela con Giovanni Antonio Orsini,principe di Lecce.
Un documento della metà del 1400 ci dice che il barone Giovanni I Dell’Acaya concede agli abitanti di Lecce :
“facoltà di tagliare e bruciare canne dalla palude la Cucuzza,di Segine ,di quella di Vanze presso San Pietro in palidibus e dell’altra di Campo Vetrano..”
Questo non avverrà gratis ma dietro compenso,in quanto le canne venivano utilizzate per fare cesti,tetti,panieri e per tanti altri usi domestici.
Giovanni I fù anche uomo di guerra,presidiando Lecce e il suo castello durante l’assenza della regina Maria d’Enghien (di cui era parente) dovuta alll’assedio di Ladislao D’Angiò-Durazzo alla città di Taranto nel biennio 1405/07.
Grazie alla sua lealtà verrà nominato “Giustiziere delle province di Otranto e di Bari”,Signore di Pignataro ,Reggente della Vicaria,Maestro Ostiario,ciamberlano,Consigliere e Familiare del Re.
Alla morte del barone Giovanni I,il Feudo non era stato mai così vasto,che passerà perciò al figlio Antonello,nono barone della famiglia Dell’Acaya a possedere il Feudo di Segine.
Antonello Dell’Acaya sposerà Caterina Delli Monti,da cui ebbe Alfonso,Giovanni II e Giovanni III.
Durante la baronia di Antonello, i saraceni impazzavano in lungo e in largo per il Salento e cercò di contrastarli dal suo castello,prima che arrivassero a Lecce,dando riparo ai soldati salentini e compiendo attacchi fulminei all’esercito turco.
Per sostenere le spese di guerra contro i turchi,dovette cedere i casali di Guagnano e Salice.
Alla morte di Antonello,il Feudo passa al figlio Alfonso Dell’Acaya,decimo utile barone di Segine che eredita però un territorio devastato dalla guerra contro i turchi.
Il possesso di queste terre gli verrà confermata per ben due volte dal Re Ferrante D’Aragona in persona e il 31 ottobre 1498,otterrà il feudo :
“…cum fortellezze,vaxalli,feudi,feudatari e suffeudatari…”
Sarà però esentato da Vernole ed una parte di Strudà e nel 1500 venderà il feudo di Pisignano.
Anche Alfonso sarà un combattente che lo vedrà protagonista entro le mura di Lecce, per difenderla da Consalvo Di Cordova,prendendo successivamente l’iniziativa di trattare una resa onorevole ,prima che la città venga distrutta irreparabilmente.
Per quanto riguarda il suo feudo di Segine,iniziò a proteggerla dagli attacchi saraceni con opere difensive negli anni che vanno dal 1496 al 1506,consolidò perciò la torre tondeggiante di nord-est (in cui c’è la sua firma incisa alla base).
Alla fine dei lavori pose una lastra con il suo stemma,ora scomparsa, che recitava:
ALFONSUS EX ACAYA FAMILIA GENEROSUS
ARCEM AB ATAVIS CONDITAM INSTAURANT
TURRES ET RELIQUIA AD MUNITIONEM
MDVI
Traduzione: Alfonso,valentissimo uomo,della famiglia Dell’Acaya,restaurò la rocca fondata dagli antenati,le torri e tutto ciò che era rimasto al fine di fortificarla,1506.
Nel 1507 Alfonso rivendica i feudi di Vernole e Pisignano e il 28 gennaio 1507 gli vengono restituiti.
Sempre nel 1507 venne nominato tra i rappresentanti per Contea di Lecce per congratularsi con il nuovo Imperatore di Spagna e di Napoli Ferdinando il Cattolico.
Dopo aver riconfermato ad Alfonso Dell’Acaya il possesso dei suoi feudi,l’Imperatore Fernadinando il Cattolico,lo nomina dal 1507 al 1512 Governatore della Provincia Otrantina e nel 1509 sempre su ordine dell’Imperatore prende possesso di Otranto e Brindisi.
Nel 1510 affonda al largo di Brindisi ,varie Navi da guerra della Repubblica di Venezia e da quel momento diventa anche Governatore per la Sicurezza delle coste nel Canale d’Otranto e della stessa Città di Otranto.
Nel 1516 divenne Imperatore Carlo V e l’anno dopo gli furono riconfermati i suoi possedimenti per la quarta volta.
Nel 1521 Alfonso Dell’Acaya muore nella sua casa di Lecce e il Feudo di Segine passerà al figlio primogenito Juan Jacopo,che trasformerà la Segine dei suoi antenati alla rinascimentale Cittadella Fortificata di Acaya.
Da qui in poi inizierà tutta un’altra storia…